Ho imparato ad amare quell'Inghilterra.
Spesso, prima ancora che nascesse il giorno,
o nei segreti meandri dei meriggi,
sfuggendo ai cacciatori, mi tuffavo nel verde
delle colline, come un cervo braccato
si lancia nell'acqua tremando di paura e d'eccitazione.
E quando finalmente libera, quando pendii e pendii
mi dividevano dalla casa del nemico,
allora osavo riposare, o vagare, in una pace
resa più dolce dal mio passo sull'erba,
e vedere la più lieve ondulazione del terreno
(quasi che le dita di Dio, nel creare l'Inghilterra,
avessero sfiorato, senza premere, la terra),
un tal su e giù di verde,ma non troppo su e giù,
un'increspatura di terra, basse colline su cui
teneramente può curvarsi il cielo,
mentre ad esso ascendono i campi di grano;
queste valli segrete, bordate di orchidee,
piene dei suoni di invisibili ruscelli,
e aperti pascoli ove quasi non distingui
le bianche margherite dalle gocce di rugiada
e poi.... a tratti le mitiche querce e gli olmi
che svettano come sospesi sul prodigio delle loro ombre.....
Pensavo allora che la terra dei miei padri
era pur degna di essere
anche la terra del mio Shakespeare.
J. Constable |
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