Tutto era minutamente organizzato in quella che era l'unica stanza veramente vissuta della casa. Come unn capitano in partenza per una crociera prolungata e priva di scali, lo scrittore aveva scelto accuratamente gli oggetti e i viveri spirituali da portare con sè. Ogni cosa, in quella penombra, era intimamente intrisa di memorie care e talvolta strazianti.
Le persiane erano sempre ermeticamente chiuse sulle alte finestre che davano sul boulevard. La tinta dominante era il blu, dalle pesanti tende di raso foderate di mollettone al grande lampadario centrale, sempre spento come i globi dei due lumi posti a guardia, sul caminetto, di una pendola in bronzo....
I libri s'accatastavano sull'imponente scrivania di quercia, accanto al camino. Nella parete di fronte altri volumi affollavano due biblioteche girevoli.Foto di famiglia, sopratutto della sua prima infanzia, erano poste su un mobiletto cinese in cui erano contenuti i contanti e la documentazione bancaria.Dal soffitto calava un grande specchio, in cui si riflettevano due coppe bianche, da cui emergeva una statuina del Bambin Gesù incoronato di grappoli d'uva. Le sosteneva il piano di marmo di un massiccio comò di palissandro. Sempre sul marmo stavano i trentadue quaderni dalla copertina in finta pelle, con le prime versioni dell'opera.In quella grande stanza, Proust si era riservato uno spazio ristretto, popolato da mobili modesti, se si eccettua un grande paravento cinese, dietro la testiera del letto, fatta di semplice sbarre di rame. Un tappeto orientale faceva da scendiletto sul parquet di quercia. Su un leggero tavolino Thonet in finto bambù uno strato di fazzoletti conviveva con pile di libri e la borsa del'acqua calda. Un antico comodino di palissandro ospitava l'orologio, la lampada, il calamaio dei tempi della scuola, le penne, i taccuini per gli appunti e i manoscritti. Il vassoio del caffè, il tiglio o l'acqua di Evian venivano posati su un piccolo tavolo di noce, Una sola poltrona, rivestita di velluto di Genova, accoglieva il visitatore.
Se stava bene, Proust riceveva ben dritto sul letto, se l'asma l'aveva colpito, venivano ammessi soltanto i più intimi, che lo distinguevano appena nel fumo della polvere medicinale bruciata su un piccolo candeliere.
Proust ritratto da E. Blanche |
Finirò come Proust!
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